La rete delle pievi

Le prime chiese battesimali

Le pievi, cioè le chiese battesimali dotate di un clero, un territorio, un popolo che paga le decime, rese obbligatorie dai Carolingi, costituiscono l’apparato visibile del diffondersi e dell’organizzarsi del cristianesimo nel territorio.

Prima della metà dell’XI secolo tra le pievi padovane, tre appartengono all’area collinare e sono Sanya Giustina di Monselice (968), Santa Maria di Arquà (1026) e Santa Tecla di Este (1034). 

chiese battesimali: vedi Antonio Rigon, Pievi, monasteri, eremi, in I Colli Euganei, a cura di F Selmin, Sommacampagna (VR) 2005, p. 143.

Le chiese pievane dei Colli nelle Rationes decimarum Italiae

Nel prospetto delle chiese soggette a tassazione papale del 1297 conosciuto come Rationes decimarum Italiae, a quelle già indicate si aggiungono le chiese pievane di Santa Giustina di Teolo, Santi Pietro ed Eliseo di Montegrotto, San Felice di Zovon, Santa Maria di Boccon,San Donato di Fontanafredda, San Giorgio de Valle domine Darie (Valle San Giorgio), San Fidenzio di Baone.

Le esigenze di assistenza religiosa ad una popolazione in crescita diedero luogo ad una galassia si chiese soggette (cappelle). Le pievi di Abano, Arquà, Baone non avevano dipendenze; dalla pieve di San Martino di Luvigliano dipendevano le chiese di San Sabino di Torreglia, Santa Maria di Galzignano, San Lorenzo di Valsanzibio; da quella di Monselice San Nicolò di Marendole, San Paolo, San Martino Vecchio, San Tommaso, San Matteo in Vanzo. A Santa Tecla di Este sembra fossero sottoposte San Giacomo “de la Rupta”, San Bartolomeo de Fossarupta, Santa Giustina di Calaone, Santa Maria “de Pinso”. Tre cappelle (San Giorgio di Vimenelle), San Pietro di Faedo, San Bartolomeo di Valnogaredo) erano pertinenti alla pieve di Fontanafredda, due (San Biagio di Castelnuovo e San Nazario di Cortelà) a quella di Boccon, una a quella di Montegrotto (Santa Maria di Terradura), Rovolon (San Giovanni Battista di Carbonara); da Teolo dipendeva San Michele di Montemerlo.

chiese soggette: ivi, pp. 143-144.

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