1943-1945: due anni tragici

Il vissuto del biennio 1943/45 come emerge nelle interviste raccolte in una tesi di laurea.

Nel 1943 – scrive in un saggio recente di Luca Baldissara – è un anno drammatico; tutto ciò che tiene insieme la civitas d’un colpo sembra liquefarsi. Quelli che si ritenevano i riferimenti nella vita organizzata di tutti i giorni – il duce, il gerarca, la camicia nera, la cimice (il distintivo che indicava l’appartenenza al PNF) – d’un colpo scompaiono e sono scherniti come in un imprevisto carnevale collettivo. La guerra per un momento scompare come un incubo che si può scacciare ma ben presto l’illusione si frantuma e la realtà si presenta con il volto arcigno della guerra in casa, della guerra civile, della fame e della paura.

Baldissara L., Italia 1943. La guerra continua, Bologna 2023, pos. 118

Tra il 25 luglio e l’8 settembre del 1943

Tra il 25 luglio e l’8 settembre del 1943  si consumarono nel nostro paese, cercando di mantenere un atteggiamento di sereno equilibrio storico, una serie di azioni ignominiose che lasciarono il  popolo italiano in balia degli eventi. Il fatto più eclatante fu il tradimento di cui fu vittima l’intero nostro esercito. Migliaia di soldati furono abbandonati al proprio destino; giovani in servizio di leva, senza sapere che fare, dovettero scegliere tra una fuga incerta o il cadere prigionieri nelle mani dei tedeschi.

Nei mesi seguenti all’armistizio dell’8 settembre 1943 le campagne padovane furono soggette ad un clima di diffusa anarchia. Girovagavano militari sbandati, prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento, renitenti alla leva, delinquenti comuni evasi dalle carceri in seguito ai bombardamenti.

In questo contesto le interviste allegate alla tesi di laurea (Cinzia Crescenzio, Centro e periferia, militanti e popolo. Teolo nel periodo della guerra civile 1943-1945, tesi di laurea, Università di Padova, a.a. 1999/2000, rel. Silvio Lanaro) rappresentano un formidabile strumento per far emergere il vissuto dell’epoca, per comprendere gli orizzonti del quotidiano, per individuare i sentimenti condivisi.

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