dimensione climatica dei Colli

Una dimensione climatica specifica del territorio euganeo

I Colli hanno una dimensione climatica che loro appartiene per la stessa configurazione. Essi, infatti — queste rugosità delle superfice terrestre, come li definisce il Crestani  — alterano le correnti aeree, frenano quelle deboli, deviano ai lati o costringono a salire in quota quelle più forti. 
E’ da notare aggiunge ancora il Crestani — come nel Padovano e in genere in tutta la pianura a oriente sino alla laguna da dove sono ben visibili, si guarda ad essi come segni del tempo. Leggeri filamenti di nubi che si formino in prossimità del loro zenit, preludono spesso a un rannuvolamento generale della regione. Quando poi sul Venda vi è una formazione copiosa di nubi che in qualche modo ricordano il fumo che esce dai forni di pane, i quali vengono riscaldati di solito con legna non tanto secca e con sterpi, allora v’è probabilità di pioggia prossima. Queste condizioni sono definite dal detto popolare “Se il Venda fa il pan, piove ancò o doman”
Si deve tener conto anche di un’azione termica dei Colli: isolati, in mezzo alla pianura, costituiscono come un radiatore, alle cui sommità l’aria raffreddatasi scende in basso e qui costituisce dei laghi di aria fredda, spesso limitati ai dintorni ma che talora si estendono a tutta la pianura. Ben noto alla gente del luogo e caratteristico per l’importanza dei danni che provoca alla vegetazione nei freddi invernali è il tratto tra Praglia e Montericco.
 
Significativo è anche il fenomeno dell’inversione termica.  Uno dei casi più clamorosi fu quello del 24 dicembre del 1924 giorno in cui, alle ore 8, il Venda segnò 8 gradi  sopra i valori registrati a Padova. 

Crestani G., Il clima dei Colli Euganei e di Padova, “Ufficio idrografico del R. Magistrato alle Acque di Venezia”, Roma 1928, p. 213

casi più clamorosi:  Velatta M., L’Osservatorio Meteorologico del Venda, “Padova”, 6 (1932), n. 9, p. 35-38.

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