Le attività culturali del Museo
Mentre il genocidio degli ebrei passava quasi inosservato nei mesi in cui si consumava e nell’immediato dopoguerra occupò solo una posizione marginale in seno alla cultura del mondo occidentale, come una delle tante tragedie del conflitto, alcuni filosofi di origine ebraica cominciarono ad interrogarsi sui terribili fatti avvenuti nei campi dell’Est. Dopo ciò che era accaduto era, infatti, necessario ripensare il mondo moderno che, ponendosi come alternativa alla barbarie, l’aveva in realtà nutrita nel proprio seno. Tanto che un filosofo tedesco, che portava un cognome dell’aristocrazia genovese – Adorno – sostenne che “scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie”. Perché?
Perché la vicenda delle foibe rappresenta un argomento ancora così controverso e divisivo? Sembra che quei morti siano cari ad alcuni e indifferenti agli altri e anche sui numeri della tragedia non si trova concordia: per alcuni sono migliaia e per gli altri solo poche centinaia. Come si pone l’indagine storiografica più recente sulla questione ? come si può fare chiarezza su un tale groviglio di questioni che mette in campo le prospettive contrastanti dei tanti protagonisti in gioco ? Quasi un intreccio di tragedie, di soprusi e di violenze che ancor oggi non trovano pace.
Percorsi di Filosofia, ogni mercoledì dal 5 marzo al 16 aprile, in collaborazione con Biblioteca Civica di Abano Terme e Ass.ne Bibioamat
Più che di un corso di filosofia nel suo sviluppo temporale o tematico potremmo dire che in questi incontri si cercherà di evidenziare come la filosofia si ponga nell’affrontare le grandi questioni che riguardano la vita dell’uomo. In ogni caso partendo sempre da episodi e vicende reali, da libri che hanno segnato un’epoca o anche da idee – come quella del tramonto dell’Occidente – che ha accompagnato l’autopercezione del mondo occidentale nel corso del Novecento. Oppure indagando come il terribile terremoto di Lisbona del 1755 – considerato la grande tragedia dell’umanità prima della Shoah – abbia provocato tra i filosofi domande sul tema della presenza del male nel mondo ma soprattutto della sua sostenibilità con l’idea della bontà e della provvidenza divina.
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